Le mani: uno strumento sensazionale di crescita!
Parliamo di motricità fine e cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta veramente!
Con essa ci riferiamo a tutto ciò che concerne la manualità del bambino attraverso la coordinazione oculo-manuale con l’obiettivo di compiere gesti precisi, mirati e raffinati. Dalla motricità fine, tappa essenziale nello sviluppo psicofisico del bambino, derivano benefici secondari importanti, vediamone alcuni:
Una tappa verso l’autonomia: il bambino compie movimenti che lo aiutano a gestire i propri spazi, a definire i confini e ad affinare le sue abilità;
Un potenziamento per la capacità di problem solving: attraverso la ripetizione dei movimenti funzionali all’azione e con la sperimentazione degli errori, il bambino è spronato a trovare soluzioni alternative per superare un ostacolo;
Un incentivo alla creatività: l’esplorazione e la curiosità sono continuamente stimolate e soddisfatte;
Un allenamento alla concentrazione e al futuro apprendimento delle abilità di scrittura;
Una buona dose di autostima: il bambino sperimenta un successo personale che lo rende sicuro di se e delle proprie capacità.
Ci basterà osservare per qualche minuto un bambino intorno ai 12-15 mesi per vedere che da solo si orienta verso attività che richiedono l’uso fine delle mani e che gli consentono di acquisire competenze di cui necessità per la sua età. Quindi via tablet e smartphone, che come unica richiesta manuale prevedono il pigiare di un dito su di uno schermo, esistono numerose attività da proporre durante il giorno per sollecitare meravigliose esperienze tattili e sensoriali!
Cominciamo da qualcosa di molto semplice e altrettanto stupefacente: coinvolgiamo il bambino nella vita pratica di tutti i giorni! Mostriamogli come ci si veste da soli, prepariamo i suoi vestiti sul letto e incentiviamolo a fare da sè; il suo valido aiuto è fondamentale, quindi avanti tutta a piegare calze o strofinacci, stendere, mettere a posto i giochi, asciugare le stoviglie, ed impastare…che sia maschio o femmina non vi è alcuna differenza, gli piacerà, si sentirà utile e ne sarà soddisfatto!
Passiamo ora a qualcosa di più strutturato, adattabile in base alle diverse età e al grado di competenza e di interesse di ciascun bambino:
il gioco dei travasi: che si tratti di bicchieri, ciotole, contenitori di plastica, vetro o legno, utilissimi per esplorare e manipolare materiali diversi, per forma e consistenza (fagioli, riso, farina, acqua, mais) da far travasare con l’ausilio di svariati attrezzi (cucchiai, scolini, imbuti);
il gioco del salvadanaio: si potrà incidere un buco in vecchie scarole di cartone o metallo e consentire al bambino di infilarvi qualsiasi oggetto di riciclo, come ad esempio i tappi colorati delle bottiglie;
il gioco del canestro: utilizzare un qualsiasi contenitore (scatole, cestini, piatti, scodelle) in cui far canestro con palline di varie forme e consistenze (palle da ping pong, di gomma piuma, di spugna, di plastica);
le catenelle di metallo per fare sagome o da infilare anch’essi nelle scatole;
i giochi ad incastro come gli intramontabili puzzle e le matrioske;
infilare la pasta, i bottoni o le perline in fili di cotone, di cuoio o di lana;
i chiodini da introdurre in piccoli fori consentono di creare immagini alla stregua dei pennarelli e delle matite colorate;
modellare e impastare la plastilina, la pasta di sale o la sabbia cinetica;
timbri e stickers su di un quaderno o su di un foglio;
unire i puntini permette al bambino di osservare la realizzazione di una forma e approccia alla sensazione generata dalla scrittura;
seguire il percorso giusto nei labirinti con un pennarello o un pastello a cera;
colorare dentro i margini, per aiutare il bambino a confrontarsi con il concetto di limite.




Dott.ssa Sara Rizza